Venerdì 19 aprile seratona di musica e amicizia per il ritorno in Friuli di Rod MacDonald, cantautore USA che fu il secondo artista in assoluto a esibirsi nel 1990 a Buttrio nell’appena nato Folk Club. L’appuntamento è a Cervignano nella centrale Sala Aurora dove si ritroveranno i tanti che l’hanno conosciuto in quegli anni tra fine ’80 e primi ’90. Come allora, con lui ci sarà il bassista Mark Dann. Il concerto è una collaborazione tra Folk Club Buttrio e l’Oratorio San Michele Arcangelo di Cervignano.
Info e prenotazioni al 348 8138003, info@folkclubbuttrio.it e sul sito del Folk Club.
In quasi 40 anni di carriera, MacDonald ha portato in Europa, USA e Canada ballate senza tempo e grande versatilità musicale. Attento agli eventi che trasformano il mondo, è considerato uno dei parolieri più politicamente e socialmente consapevoli del nostro tempo. La sua discografia non arriva a 20 titoli, ma è ricca di perle quali gli album “No Commercial Traffic” e “White Buffalo”, considerati fra i più importanti del folk moderno. Tra le dozzine di artisti che hanno inciso le sue opere figurano Dave Van Ronk, Christine Lavin, Happy Traum e lui stesso si è esibito con miti quali Pete Seeger, Suzanne Vega, Doc Watson, Emmylou Harris e John Gorka.
Originario del Connecticut, ha studiato all’Università della Virginia e alla Columbia Law School, mettendo poi da parte ogni ipotesi di carriera legale per dedicarsi alla musica, assumendo un ruolo importante nella rinascita folk del Greenwich Village negli anni ’80.
La sua canzone-bandiera, “American Jerusalem”, (brillante contrasto tra ricchi e poveri, potenti e no a Manhattan) è definita un “momento decisivo nella storia della musica folk”. Nel 2002 Smithsonian Folkways ha riconosciuto il suo notevole contributo alla musica folk includendo 27 suoi brani nel Fast Folk Musical Magazine, mentre il suo posto nella Hall of Fame del folk è assicurato da ‘A Sailor’s Prayer’, inno che molti scambiano per tradizionale.
Residente in Florida dagli anni ’90, MacDonald mantiene un ritmo intenso di tour e registrazioni; il pubblico lo segue perché, diversamente da molti cantautori contemporanei, presenta le sue canzoni di ‘protesta’ come racconto di vari elementi su cui l’ascoltatore stesso è invitato a trarre le conclusioni perché, come Rod dice della sua musica, ci vuole ….”qualcosa che ti tocchi il cuore, risvegli il tuo spirito, solletichi il tuo umorismo, ti renda un po’ più consapevole del tuo ruolo nella vita”.
